Cogliamo l’occasione della fine dei lavori di manutenzione della copertura e della facciata dell’ex sede municipale, per parlare della lapide commemorativa di chiara origine fascista che si trova sul lato destro del prospetto. La lapide ci ha sempre incuriosito, cosa quei colpi di scalpello hanno cancellato? La lastra incorniciata su mensole, è in marmo bianco di Carrara. L’iscrizione testimoniava l’applicazione parziale di sanzioni economiche, poste all’Italia dalla Società delle Nazioni nel 1935 in occasione dell’invasione dell’Etiopia. Il testo unico per tutti gli esemplari recita: 18 – NOVEMBRE -1935 – XIV A RICORDO DELL’ASSEDIO PERCHÈ RESTI DOCUMENTATA NEI SECOLI L’ENORME INGIUSTIZIA CONSUMATA CONTRO L’ITALIA ALLA QUALE TANTO DEVE LA CIVILTA’ DI TUTTI I CONTINENTI L’11 ottobre 1935 la Società delle Nazioni delibera le prime sanzioni e un embargo economico contro l’Italia per punirla dell’aggressione all’Etiopia (iniziat...
All'interno del Castello Normanno-Svevo è sistemato il Museo Nazionale del Melfese. Si conservano reperti riguardanti le popolazioni indigene della preistoria, dei periodi dauno, sannita, romano, bizantino e normanno. Nella prima sala ci accoglie il "Sarcofago di Rapolla", meraviglioso lavoro scolpito nel marmo dell'Asia Minore, che ha accolto le spoglie di una nobildonna romana. Per chi volesse approfondire segnaliamo il seguente link: http://www.archart.it/italia/Basilicata/Melfi-museo-archeologico/foto-MelfiMA003.html
Frugando in alcuni cassetti ho trovato un pieghevole stampato negli anni ’80 che riguarda la cappella della Madonna della Neve, quindi ho pensato di pubblicarlo perché parla di un posto che alle giovani generazioni non dice niente, ma che è molto caro nei ricordi di chi, come me, ha superato gli “anta”. I ricordi mi riportano a tanti anni fa, quando mia madre mi portò nei pressi della frazione Tavernole per partecipare a quella che per me si rivelò una meravigliosa festa campestre, era il 5 di agosto giorno dedicato alla Madonna della Neve. Fu l’occasione per noi ragazzini di scorazzare per la campagna volturarese in una zona che frequentavamo poco, Vimarola e la sua fontana. Arrivammo a piedi, dalla strada scorgemmo una piccola costruzione bianca voltata a botte, nei pressi della quale vi era un grande melo, alla sua ombra e con i suoi frutti si ristoravano numerose persone, adulti e bambini. L’atmosfera era di sincera religiosità, i canti si alternavano a preghiere fin...
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