Ritrovato l'aereo del S.Ten. Vincenzo Ferri

Continuano le verifiche da parte dei volontari di SALERNO 1943 AIR FINDERS delle segnalazioni di aerei precipitati in Irpinia durante la seconda guerra mondiale.
Dopo Volturara e Montemarano, questa volta ci siamo portati a Montella.
Riportiamo la testimonianza scritta di Michele De Simone di Montella che ha per oggetto, tra i tanti, un episodio che ci ha subito incuriosito e che ci ha dato lo stimolo per effettuare le ricerche sul campo. I fatti sono così raccontati.

Nel mese di settembre del 1943, e precisamente il giorno sette, allora io avevo circa dieci anni, insieme agli amici del rione San Simeone facevamo merenda (allora mangiavamo per strada) e cantavamo i versi di una canzone, forse composta da noi stessi ragazzi, che faceva così: “quando suona la sirena a ricovero si va, l’apparecchio americano lancia bombe e se ne va”; all’improvviso, il rombo dei motori d’aerei portò la nostra attenzione a volgere lo sguardo verso l’alto, e come ogni giorno vedemmo un centinaio e forse più di aerei che sorvolavano i cieli di Montella. Sparavano all’impazzata senza che nessuno l’inseguisse, strategia che forse serviva ad impaurire la popolazione. Ad un tratto due aerei da caccia italiani apparvero all’orizzonte e quasi subito iniziò un duello aereo. Ad un tratto vedemmo uno dei due aerei italiani che emetteva fumo e scompariva in un luogo non visibile perché coperto da montagne.
Quel pomeriggio, sul tardi, vidi un carbonaio vicino di casa, di nome Pasquale Gambone, il cui soprannome era “Boccaccio”, rendersi presentabile per potersi recare alla locale caserma dei carabinieri e denunciare che in montagna, in località Acqua della Pietra (comprensorio dei Monti Picentini), era caduto un aereo il cui pilota era deceduto nel momento del contatto con il suolo e che a nulla erano valsi i suoi sforzi per potergli salvare la vita.
Il giorno dopo, intorno a Mezzogiorno, un gran numero di persone, ed io con loro, si erano radunate al rione San Giovanni, dove la strada statale 164 si incrocia con l’odierna strada che da Montella porta al convento di Santa Maria della neve e prosegue per l’altipiano di Verteglia, e aspettavano che arrivasse il feretro; si aspettò per un bel po’, poi vedemmo un asinello che portava sul suo dorso il martire caduto per la difesa della patria.
Dieci minuti dopo riconobbi l’asino. Era quello che mio padre aveva prestato al nonno, che, in quanto pastore, viveva in montagna. Le autorità lo avevano abbandonato subito dopo la deposizione della salma nella bara, con la speranza che la bestiola tornasse a casa da sola.
Allora raccolsi alla meglio le funi che erano servite per legare il pietoso carico e condussi a casa il mio asinello; durante questa operazione il sangue di cui s’erano impregnate le funi mi sporcò le mani. Il pilota in questione si chiamava Vincenzo Turi*, e veniva da Roma.
Quest’ episodio l’ho raccontato parecchie volte sia agli amici che ai miei figli, ma io non lo dimenticherò mai; anche perché non posso dimenticare che a meno di dieci anni di età mi sporcai le mani del sangue di chi aveva sacrificato la vita per difendere la Patria.

* VINCENZO FERRI




Località Acqua della Pietra-Acqua di Sant'Anna.

Il giorno 25 ottobre 2012, 69 anni dopo i fatti narrati, in località Acqua della Pietra, o meglio Acqua di Sant'Anna, come meglio ci ha chiarito un mandriano del posto, sono stati ritrovati i resti dell'aereo precipitato. Da notizie fornite dal nipote del sottotenente Ferri, abbiamo appreso che alla famiglia il corpo dello zio non fu mai restituito. Una spiegazione plausibile potrebbe essere che i fatti si siano svolti tra il 7 e il 9 settembre, data dell'atto di morte. Il giorno 8, come sappiamo, fu firmato l'armistizio, è probabile che nella confusione di quei giorni la notizia del ritrovamento del corpo dello sfortunato aviatore non fu immediatamente trasmessa alle autorità militari, e che il corpo fu sepolto in forma anonima nel cimitero di Montella.

Leva per armare la mitragliatrice







Alle ricerche effettuate sul posto, hanno fatto seguito quelle d'archivio che qui riportiamo.


Dal sito di Archeologi dell'Aria : Da "La Regia Aeronautica 1943-1946 volume primo" di Arena:
"7.8.1943. Intercettori Capodichino-ore 11,52 non segnalato Ra.Ri- velivoli partiti da Capodichino -ore 11,39- 7 Mc202 per crociera Vesuvio-Battipaglia. Azione tattica: circa 100 B.17 in transito per Foggia- 1 B.17 probabilmente abbattuto. Il S.Ten. Ferri non è rientrato-atterraggi 6 Mc.202 a Capodichino fra ore 12.43/13.11- collegamenti via filo ancora interrotti."


Copia dell'atto di morte



Notizie sulla vita di Vincenzo Ferri, nato ad Ancona il 4/12/1919, deceduto a Montella (AV) il 7/9/1943, a seguito di disastro aereo…Il militare Vincenzo Ferri, risiedeva in Tarquinia alla Via M. Garibaldi n.17, piano 2°, era celibe e dopo aver finito gli studi superiori il 4/5/1939 fu dichiarato abile arruolato; partì per la guerra allo scoppio della stessa quale Ufficiale dell’Areonautica e come tale morì il 7/9/1943. A seguito di ciò fu decorato alla memoria con Croce al merito di guerra perchè “Cercando un atterraggio di fortuna per portare in salvo l’aereo e disdegnando la salvezza per mezzo del paracadute, toccava velocemente terra per poi fermarsi sulla parete della montagna che limitava l’angusto campo.” Con delibera della Giunta Comunale n° 273 del 14/5/2002 gli è stata intitolata una via per ricordare i ragazzi di Tarquinia deceduti in guerra.

Il caccia Macchi 202 folgore
Per conoscere l'attività del gruppo SALERNO 1943 AIR FINDERS: www.1943salerno.it/

Commenti

  1. Ottimo lavoro Giovanni! La storia completa è ora disponibile anche qui: http://www.1943salerno.it/ritrovamenti/60-vincenzo-ferri-e-il-macchi-202.html

    Ciao, Matteo

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