LA STORIA CANCELLATA

Cogliamo l’occasione della fine dei lavori di manutenzione della copertura e della facciata dell’ex sede municipale, per parlare della lapide commemorativa di chiara origine fascista che si trova sul lato destro del prospetto.
La lapide ci ha sempre incuriosito, cosa quei colpi di scalpello hanno cancellato?
La lastra incorniciata su mensole, è in marmo bianco di Carrara. L’iscrizione testimoniava l’applicazione parziale di sanzioni economiche, poste all’Italia dalla Società delle Nazioni nel 1935 in occasione dell’invasione dell’Etiopia.

 Il testo unico per tutti gli esemplari recita:
18 – NOVEMBRE -1935 – XIV
 A RICORDO DELL’ASSEDIO
 PERCHÈ RESTI DOCUMENTATA NEI SECOLI
 L’ENORME INGIUSTIZIA
CONSUMATA CONTRO L’ITALIA
ALLA QUALE
 TANTO DEVE LA CIVILTA’
 DI TUTTI I CONTINENTI




L’11 ottobre 1935 la Società delle Nazioni delibera le prime sanzioni e un embargo economico contro l’Italia per punirla dell’aggressione all’Etiopia (iniziata ufficialmente nove giorni prima) ma queste vengono effettivamente applicate solo dal 2 novembre seguente, ad un mese esatto dall’inizio delle ostilità. Il Gran Consiglio del Fascismo, il 16 novembre 1935, risponde con un’imponente campagna propagandistica nella quale si ordina che in “tutti i Comuni del Regno fosse murata una pietra ricordo dell’assedio economico” per tramandare ai posteri le “inique sanzioni” imposte da 52 stati, contrari all’impresa coloniale italiana. Il clima sanzionistico e soprattutto la sua percezione all’interno della società che vede tutte le nazioni civili avverse al “bel paese” ha un effetto boomerang sulla popolazione italiana, che aderisce appieno e con forte consenso al regime.
 Dagli inizi del 1936, tutte le Prefetture diramano disposizioni in ogni Comune e predispongono programmi affinché lo scoprimento delle lapidi venga eseguito in maniera simultanea in tutta Italia, alle ore 17.00 di lunedì 18 novembre 1936. La cerimonia viene seguita da tutta la popolazione con tre minuti di silenzio annunciati e conclusi da uno squillo di tromba. Targhe identiche con la medesima epigrafe vennero quindi murate su tutte le sedi municipali o torri civiche, seguendo alterne vicende. Una buona parte di queste è stata rimossa o distrutta nell’immediato dopo guerra, ma ne restano ancora oggi al loro posto molti esemplari che presentano vari stadi di conservazione; in alcuni il campo epigrafico è stata approssimativamente scalpellato, in altri perfettamente eraso o addirittura riutilizzato per onorare caduti civili o di bande partigiane; alcuni restaurati e altri lasciati in stato di totale abbandono. 

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