VOLTURARA IRPINA - TRADIZIONI PERDUTE


Frugando in alcuni cassetti ho trovato un pieghevole stampato negli anni ’80 che riguarda la cappella della Madonna della Neve, quindi ho pensato di pubblicarlo perché parla di un posto che alle giovani generazioni non dice niente, ma che è molto caro nei ricordi di chi, come me, ha superato gli “anta”.
I ricordi mi  riportano a tanti anni fa, quando mia madre mi portò nei pressi della frazione Tavernole per partecipare a quella che per me si rivelò una meravigliosa festa campestre, era il 5 di agosto giorno dedicato alla Madonna della Neve. Fu l’occasione per noi ragazzini di scorazzare per la campagna volturarese in una zona che frequentavamo poco, Vimarola e la sua fontana.
Arrivammo a piedi, dalla strada scorgemmo una piccola costruzione bianca voltata a botte, nei pressi della quale vi era un grande melo, alla sua ombra e con i suoi frutti si ristoravano numerose persone, adulti e bambini. L’atmosfera era di sincera religiosità, i canti si alternavano a preghiere fino a quando la piccola statua della madonna non uscì dalla cappella. Poi una processione di gente semplice che aveva abbandonato, per un giorno, il duro lavoro dei campi si svolse da “Vimarola-Cannalone- Tavernole” per concludersi la dove era cominciata. A guidarla il vescovo Monsignor Gastone Mojaisky.
copertina e retro del pieghevole
 A distanza di tempo, in occasione dei 50° anniversario della costruzione della cappella, nel 1983 una domenica di marzo (il 13?) si svolse l’ultima processione, in forma meno solenne perché limitata solo alle immediate vicinanze della cappella, questa volta a guidarla c’era il vescovo Antonio Nuzzi assistito dall’infaticabile Elviro Di Cristofano. A cavallo di questi due eventi, tutti gli anni il 5 di agosto veniva celebrata una messa in onore della Madonna, questo fino alla fine degli anni novanta. 

interno del pieghevole stampato in occasione del 50° anniversario





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